17 Febbraio 2021

PMI, industria e digitale: manca approccio strategico, formazione e competenze i nodi da sciogliere

Solo il 14% delle imprese ha un approccio strategico nei confronti del digitale: è quanto emerge dalla Ricerca “PMI, industria e digitale, la sfida è adesso!” condotta dall'”Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI” del Politecnico di Milano. Formazione e mancanza di competenze i nodi principali da sciogliere.

L’avvento della pandemia ha profondamente trasformato il mondo del lavoro. Il crollo del fatturato, la difficoltà nel gestire l’operatività aziendale e la necessità di garantire flessibilità, ha condotto le piccole e medie imprese verso un’accelerazione nei processi di trasformazione digitale.

Tuttavia, la spinta data alla digitalizzazione non si è tradotta nella diffusione di una cultura digitale tra le piccole e medie imprese: solo il 14% delle aziende italiane, infatti, mostra di avere un approccio strategico rispetto all’adozione del digitale e agli investimenti in digitalizzazione.

È quanto si legge nella Ricerca “PMI, industria e digitale, la sfida è adesso!”, basata su un campione di 504 osservazioni rappresentative di una popolazione di 69 mila PMI manifatturiere in Italia e condotta a dicembre 2020 dall’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI del Politecnico di Milano. Lo studio mira a individuare i nodi cruciali nell’approccio all’adozione del digitale da parte delle piccole e medie industrie manifatturiere italiane.

Tre solo le modalità di approccio al digitale identificate nella ricerca:

  • il 57% delle PMI italiane segue una visione tattica, orientando gli investimenti in digitale rispetto a obiettivi specifici e contingenti;
  • il 29% del campione si avvicina al digitale in risposta a uno stimolo esterno, investendo in modo limitato in singole attività e con un orizzonte di breve periodo;
  • solo il 14% delle imprese intervistate dichiara di avere un approccio strategico.
Il nodo della formazione

Sebbene il 2020 faccia registrare un incremento del +20% di training svolti, nel 35% dei casi, le attività di formazione risultano occasionali. Il 17% delle PMI è impegnato in corsi di formazione sul digitale un volta l’anno e solo il 15% ogni sei mesi.

Il nodo delle competenze

I profili professionali più diffusi nelle PMI sono quelli legati a sicurezza dei sistemi informatici e dei dati: la figura del responsabile dei sistemi informativi è presente nel 42% delle imprese; quella del responsabile della sicurezza informatica al 34% e la figura del responsabile della protezione dei dati è presente nel 28% delle imprese.

Limitata, invece, la presenza di figure legate all’interpretazione e all’analisi dei dati: solo il 9% delle PMI intervistate può contare su un Data Analyst; e solo il 4% su un Data Science. Alta la percentuale di imprese dove non è presente un responsabile in tematiche connesse all’ICT e al Digital (40%).

Gli investimenti in tecnologie digitali

La scarsa attenzione riservata all’analisi dei dati si riflette anche negli investimenti destinati ai software: solo il 23% del campione, infatti, investe in software di integrazione dei dati. In aumento, l’acquisto di software gestionali per gestione e archiviazione digitale (76%) e per amministrazione e controllo delle finanze (81% delle imprese).

Scarso anche l’impiego in fabbrica di tecnologie industriali IoT: sebbene l’interesse sia in aumento, il 65% ammette di non conoscerle e solo il 9% le utilizza.

Un boom del digitale si registra, invece, nel supporto alle vendite, con un significativo incremento del ricorso all’e-Commerce, sia attraverso piattaforme proprietarie che su canali terzi.