24 Febbraio 2020

Piano Sud 2030, sviluppo e coesione per l’Italia

Presentato, a Gioia Tauro, il Piano Sud 2030. Obiettivo: investire nel Mezzogiorno per riaccendere il “motore interno” dello sviluppo nazionale, riattivare l’interdipendenza tra Nord e Sud, ridurre i divari tra cittadini e territori, riavviare uno sviluppo forte e durevole per costruire su basi solide l’Italia di domani.

Il Sud versa in condizioni di emergenza sociale da anni. Il progressivo disinvestimento ne ha fortemente limitato lo sviluppo, con risvolti negativi per l’intero Paese. A pagare il prezzo di un motore interno che non funziona, non è stato solo il Mezzogiorno, ma a ruota anche il Nord del Paese che ha visto perdere terreno in Europa a causa del mancato apporto dei reciproci benefici derivanti dall’integrazione. Basti pensare che ogni euro investito in opere pubbliche al Sud attiva 0,4 euro di domanda di beni e servizi nel Centro-Nord.

È in risposta all’immobilismo che da anni interessa il Mezzogiorno che nasce il Piano per il Sud 2030. Un progetto che non è solo del Meridione, ma per l’Italia intera. “Investire al Sud oggi significa pensare all’Italia di domani. Ridurre i divari tra cittadini e territori è la vera opportunità per riavviare uno sviluppo più forte e durevole”. È con queste parole che il Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale Giuseppe Provenzano ha presentato a Gioia Tauro il Piano per il Sud 2030, alla presenza del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e del Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina.

  • Le risorse

Rendere il Piano Sud 2030 un progetto concreto, significa anzitutto attivare un’immediata mobilitazione di risorse finanziarie, amministrative e umane. A questo proposito, nel triennio 2020- 2022, il Piano punta a massimizzare l’impatto delle misure previste nella Legge di Bilancio 2020 in modo da incrementare gli investimenti pubblici nel Meridione. Tale obiettivo, sarà perseguibile solo attraverso:

  • il riequilibrio delle risorse ordinarie, con l’effettiva applicazione della clausola del 34%;
  • il recupero della capacità di spesa della politica nazionale di coesione (FSC);
  • il miglioramento dell’attuazione della programmazione dei Fondi Strutturali e di Investimento europei (SIE)

Ad incidere in modo profondo sull’efficacia del Piano, anche l’attività di programmazione per il periodo 2021-27 che offre l’opportunità di stanziare più fondi a favore del Mezzogiorno. L’ammontare complessivo delle risorse aggiuntive per il Sud si attesta a circa 123 miliardi di euro.

Missioni da perseguire 

Il Piano per il Sud si basa sulle 5 grandi missioni nazionali della coesione. Si tratta di obiettivi definiti tenendo conto non solo dei fabbisogni di investimento del Paese, ma anche sui 17 obiettivi di sviluppo sostenibile di Agenda 2030.

1) Un Sud rivolto ai giovani: investire su tutta la filiera dell’istruzione, a partire dalla lotta alla povertà educativa minorile, per rafforzare il capitale umano, ridurre le disuguaglianze e riattivare la mobilità sociale.

  • Scuole aperte tutto il giorno
  • Contrasto alla povertà educativa e alla dispersione scolastica
  • Riduzione dei divari territoriali nelle competenze
  • Potenziamento dell’edilizia scolastica
  • Estensione No Tax area (senza penalizzare le Università)
  • Attrazione dei ricercatori al Sud

2) Un Sud connesso e inclusivo: infittire e ammodernare le infrastrutture, materiali e sociali, come fattore di connessione e di inclusione sociale, per spezzare l’isolamento di alcune aree del Mezzogiorno e l’isolamento dei cittadini in condizioni di bisogno.

  • Un Piano Sud del MIT di oltre 33 miliardi
  • Emergenza viabilità secondaria
  • Il Fondo infrastrutture sociali per comuni medi e piccoli
  • Nuovi nidi al Sud
  • Inclusione abitativa per cittadini e lavoratori svantaggiati
  • “Case della salute” per l’assistenza integrata
  • Rinnovo della dotazione tecnologica sanitaria

3) Un Sud per la svolta ecologica: rafforzare gli impegni del Green Deal al Sud e nelle aree interne, per realizzare alcuni obiettivi specifici di Agenda 2030 e mitigare i rischi connessi ai cambiamenti climatici.

  • Un “reddito energetico” per le famiglie
  • Una sperimentazione di economia circolare
  • Potenziamento del trasporto sostenibile
  • Contratti di filiera e di distretto nel settore agroalimentare
  • Gestione forestale sostenibile

4) Un Sud frontiera dell’innovazione: supportare il trasferimento tecnologico e il rafforzamento delle reti tra ricerca e impresa, nell’ambito di una nuova strategia di politica industriale.

  • Credito d’imposta in ricerca e sviluppo al Sud
  • Rafforzamento degli ITS al Sud
  • Potenziamento del “Fondo dei Fondi”
  • Space Economy Sud
  • Startup tecnologiche al Sud
5) Un Sud aperto al mondo nel Mediterraneo: rafforzare la vocazione internazionale dell’economia e della società meridionale e adottare l’opzione strategica mediterranea, anche mediante il rafforzamento delle Zone Economiche Speciali (ZES) e i programmi di cooperazione allo sviluppo.
  • Rafforzamento delle Zone Economiche Speciali (ZES)
  • Piano Export Sud
  • Sostegno al sistema portuale
  • La Difesa per un Sud frontiera e ponte del Mediterraneo

Nel Piano Sud sono inoltre previste una serie di misure trasversali, da avviare nel corso del 2020, con l’obiettivo di rafforzare la competitività del sistema produttivo e la creazione di occupazione a favore di giovani e donne.

  • Un incentivo all’occupazione femminile
  • Credito d’imposta investimenti al Sud
  • “Cresci al Sud”
  • Il “Protocollo Sud” con Cassa Depositi e Prestiti
  • Il “Protocollo Sud” con Invitalia

Scopri di più sul Piano Sud 2030