In Europa, la diffusione dei servizi di e-government aumenta in maniera costante. A comunicare con la PA tramite canali digitali, il 55% della popolazione UE, con un balzo del +2 rispetto al 2017. Per l’Italia, in posizione di retroguardia al 24%, il distacco dall’UE si amplia. È quanto emerge dallo studio di Bem Research.
La diffusione dei servizi e-government nell’Area euro è in continua crescita. Al 2018, il tasso di utenti europei che ne fanno uso si attesta al 55%, con un balzo del +2% rispetto all’anno precedente. Negativa, al contrario, la dinamica dell’Italia che arretra di un punto e si ferma al 24%. Secondo le statistiche, il divario che divide l’Italia dal resto degli altri Paesi europei nell’utilizzo dell’e-government passa da 28 punti a 31 punti percentuali.
A guidare la classifica europea, la Danimarca, con percentuali che toccano il 92% e che continuano a crescere. Seconde, a pari merito, Svezia e Finlandia per cui la percentuale di utilizzo di servizi di e-gov. è pari all’83%. Molto buona anche la performance dell’Olanda che, con l’82%, si posiziona ai piedi del podio. Nettissimo il distacco con l’Italia, terzultima nell’intera area e prima solo a Bulgaria e Romania. È quanto si legge nel rapporto “Amministrazione digitale: Italia terz’ultima in Europa” – stilato da BEM Search, che analizza il grado di diffusione del’e-government in Italia.
Fig.1 – Utenti che hanno interagito con la PA utilizzando Internet in Europa
La bassa diffusione di questi servizi non è da imputare alla scarsa propensione degli utenti ad utilizzare questa forma di interazione, ma va ricercata in fattori più strettamente connessi al sistema Paese di riferimento.
Ad incidere in modo determinante sulla variabilità delle percentuali di utilizzo dei servizi e-gov., anzitutto le caratteristiche socio-economiche e demografiche degli utenti. Sono, in particolare, età e livello di istruzione i due elementi più importanti.
In Europa, è tra le persone con un titolo di studio elevato e di età compresa tra i 25 e i 54 anni che si registra il più alto grado di interazione con la pubblica amministrazione attraverso il ricorso a canali digitali. La percentuale di utilizzo più elevata si rintraccia in Francia con il 91%. Seguono la Spagna, con l’83%, e la Germania con l’82%. In estremo ritardo l’Italia, in cui è solo il 53% della popolazione compresa nella fascia di età indicata, ad utilizzare strumenti di e-government.
Contributo non trascurabile nei ritardi italiani è da attribuire anche alle modalità di gestione e di offerta dei servizi digitali da parte delle Pubbliche amministrazioni del Paese.
Ad uno sguardo più approfondito sui 20 comuni capoluogo di regione, emerge in modo immediato una forte eterogeneità territoriale. Considerati tutti i dati connessi all’online – informazioni su siti web, social network e applicazioni su trasporti pubblici locali – è il comune di Bologna, il primo in Italia per utilizzo ed offerta di servizi e-gov.
Seguono Trento, Firenze, Bari e Roma. Tra le altre grandi città, solo ottava Milano; Torino al quindicesimo posto, Napoli al sedicesimo e Palermo al diciottesimo.
A far segnare il più alto tasso di crescita rispetto all’anno precedente, le città di Trento e Perugia. Netto peggioramento a Genova e Potenza che, rispetto alla classifica 2018, perdono rispettivamente 10 e 6 posizioni.
Se si guarda solo all’utilizzo dei social media come strumento di comunicazione con il cittadino, Bologna si conferma al vertice della classifica, secondo e terzo gradino del podio vanno a Roma e Firenze.