A dispetto di chi vede nella frammentazione della struttura imprenditoriale italiana un’ostacolo per la crescita, le piccole imprese italiane si confermano come motore di innovazione, dinamica della produttività e crescita economica. È quanto emerge dal report “Ripresa dopo la pandemia e punti di forza delle micro e piccole imprese”, un’analisi sulla propensione all’innovazione, alla digitalizzazione e alla transizione green nelle MPI nel contesto della ripresa realizzata da Confartigianato.
Le piccole imprese italiane registrano un’elevata propensione all’innovazione nel contesto della ripresa 2021, rappresentando un importante strumento a supporto della crescita economica e della produttività del Paese: in Italia, il 60,9% delle MPI è innovativa, ben 14,9 punti percentuali in più rispetto alla media europea, con una particolare incidenza in Veneto, Emilia Romagna e Lombardia. Sono i dati contenuti nel report “Ripresa dopo la pandemia e punti di forza delle micro e piccole imprese, presentato da Confartigianato Imprese.
I principali processi di innovazione tra le MPI
L’attività innovativa delle imprese pone al centro le decisioni di investimento, le previsioni sull’evoluzione del mercato e la propensione al rischio dell’imprenditore. In parallelo l’innovazione si basa sulla capacità dell’impresa di attivare relazioni con altre imprese – interagendo principalmente con clienti e fornitori – università, consulenti e centri di ricerca. I processi di innovazione, sempre più integrati con l’utilizzo di tecnologie digitali, generano effetti sulla produttività, sull’efficienza energetica e su altre azioni di riduzione dell’impatto ambientale. Le risorse umane dell’impresa innovatrice e dei suoi partner – in primis i fornitori – rappresentano un fattore chiave di successo, delineando le competenze e le conoscenza necessarie per l’innovazione e attivando i processi di formazione.
Attività innovativa tar le MPI: un trend in crescita costante nel tempo
Secondo l’ultima rilevazione dell’Istat relativa al triennio 2016-2018, le piccole imprese innovative sono oltre la metà (53,3%) delle piccole imprese tra 10-49 addetti, quota in crescita di 7,7 punti percentuali rispetto al 45,6% del precedente triennio, variazione leggermente più accentuata dei +7 punti percentuali del totale delle imprese. In particolare, la quota delle piccole imprese tocca il massimo del 62,6% per il manifatturiero esteso, quasi dieci punti superiore al 53,3% del triennio precedente.
Il confronto europeo
Con una quota di piccole imprese innovative pari al 60,9%, l’Italia è quinta in Europa 27 per attività di innovazione nelle MPI, con un valore superiore di 14,9 punti percentuali rispetto alla media europea (46,0%), poco distante dalla Germania (62,3%) e ampiamente superiore a quelli di Francia (45,9%) e Spagna (26,9%).
Il confronto regionale
Il confronto regionale – disponibile su dati relativi al totale delle imprese – evidenzia che la maggiore presenza di imprese innovative si registra in Veneto con il 62,4%, seguito – con valori sopra alla media nazionale – da Emilia-Romagna con 61,4%, Lombardia con 60,5%, Provincia Autonoma Trento con 57,8%, Toscana con 56,9%, Friuli-Venezia Giulia e Abruzzo con 56,0%.
Fonte: Confartigianato Imprese