27 Maggio 2024

ISTAT, Sfide e innovazioni nella PA: pubblicato il Censimento Permanente delle Istituzioni pubbliche

Nel Mezzogiorno, PA ancora indietro sul tema innovazione: tanti gli ostacoli sulla strada della digitalizzazione; ancora resistenze verso l’adozione dello smart working; poche le donne in posizioni di vertice. È la fotografia scattata da Istat nel Censimento permanente sulle Pubbliche Amministrazioni del Paese.

L’Istat ha pubblicato i primi risultati del Censimento permanente delle Istituzioni Pubbliche, condotto dal 27 giugno al 10 novembre 2023. La Rilevazione censuaria ha introdotto significative novità nei contenuti informativi. In particolare, i dati raccolti riguardano:

  • la pianificazione e la programmazione della formazione
  • il lavoro agile
  • l’evoluzione digitale e l’interoperabilità
  • la presenza femminile nelle posizioni di vertice istituzionale
  • il piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Formazione e sviluppo del capitale umano

Dai risultati emerge che nel 2022 le amministrazioni che hanno organizzato o finanziato attività di formazione sono il 53,5% ma rappresentano il 93% dell’occupazione dipendente.

Le università, le aziende e gli enti del servizio sanitario sono i settori più propensi a investire nella crescita e nello sviluppo del proprio personale (90%). Anche se in misura minore, si osserva un impegno simile da parte delle amministrazioni regionali e centrali (rispettivamente 84,6% e 73,7%). Registrano invece percentuali inferiori le istituzioni, le unioni di Comuni, i piccoli comuni e le comunità montane (rispettivamente 19,6%, 13,7%, 8,40% e 6,2%).

Nel 2022 la modalità di formazione preferita risulta essere quella a distanza (60,8%).

Smart Working

Prima dell’evento pandemico solo il 3,6% delle istituzioni si avvaleva della modalità Smart Working. Il numero maggiore di istituzioni che ha adottato lo Smart Working si trova al Centro (49,5%), seguito dal nord-est (45,4%), e dalle Isole (44,2%).

Tra le modalità di regolamentazione del lavoro agile rientrano:

  • il Piano Organizzativo del Lavoro Agile (POLA)
  • il Piano Integrato di Attività e Organizzazione (PIAO)
  • altro documento di pianificazione.

Il Centro e il Nord-est hanno percentuali più alte di regolamentazione del lavoro agile.

Evoluzione digitale

Per quanto riguarda le innovazioni e la riorganizzazione nell’ambito della pubblica amministrazione l’evoluzione digitale ha un ruolo importante, anche grazie alle opportunità di investimento dei fondi del PNRR. I dati rilevati contribuiscono alle analisi di monitoraggio della digitalizzazione, includendo migrazione al cloud, cybersecurity e interoperabilità delle banche dati.

Il cloud computing rappresenta una delle aree principali di intervento nelle misure del PNRR poiché migliora la qualità dei servizi adottati e la sicurezza dei servizi e dei processi. Le soluzioni di cloud computing sono maggiormente presenti nelle Università (97,1%), nelle Regioni (97,4%, +10 punti percentuali), nelle Amministrazioni dello Stato (84,8%),  e nelle Aziende o enti del Servizio sanitario nazionale e Province e Città metropolitane (82,7%). Mentre, anche se in forte crescita, sono meno diffuse nei Comuni (52,5%).

Sebbene l’utilizzo delle applicazioni mobile e della tecnologia Internet of Things (IoT) stia registrando un costante aumento, l’adozione dell’analisi dei big data rimane relativamente limitata in vari settori, con l’eccezione delle università dove tale pratica sta invece crescendo.

La condivisione di banche dati è utile per la semplificazione del flusso di informazioni e per migliorare l’accesso ai servizi per cittadini e imprese. A livello territoriale, si osserva che le istituzioni nel Nord-ovest e nel Nord-est sono quelle che presentano la maggiore concentrazione di banche dati interoperabili o potenzialmente tali, con percentuali superiori al 31% in entrambi i casi. Segue il Centro, con una percentuale del 29%.

Divario di genere nelle posizioni di vertice

Rientra nei percorsi di innovazione della pubblica amministrazione la volontà di raggiungere la parità di genere nelle posizioni di vertice. Dall’analisi condotta emerge che solo nel 16,3% delle istituzioni le donne occupano un ruolo dirigenziale. La quota arriva al 21,6% nelle Aziende o enti del servizio sanitario nazionale, al 19,1% per gli Enti pubblici non economici, al 18,8% per le Amministrazioni centrali dello Stato, al 18% per i comuni tra i 5 e 20 mila abitanti e al 17,9% per le altre forme giuridiche.

Il Nord-est riporta la maggiore presenza femminile ai vertici delle istituzioni, raggiungendo il 20,9%.

Bandi PNRR e criticità

L’analisi dei dati mostra che oltre il 90% delle 11.941 istituzioni pubbliche intervistate era consapevole delle opportunità offerte dai bandi del PNRR per finanziare progetti.

Tra i vari canali, quelli istituzionali sono risultati i più utilizzati. Nel corso della realizzazione dei progetti molte istituzioni hanno affrontato problemi principalmente di natura tecnica e organizzativa. In misura inferiore hanno riscontrato difficoltà economico-finanziarie e di mancanza di risorse specializzate.

Dai dati emerge che l’area degli aspetti legali ha riscontrato meno difficoltà (11,9%); dunque i problemi maggiori non derivano dalla regolamentazione ma dalla gestione e dalla disponibilità di risorse.

Inoltre, nella fase di realizzazione e progettazione oltre la metà delle istituzioni rispondenti ha avuto necessità di supporto esterno nelle fasi di rendicontazione (55,7%) e di monitoraggio (51,8%). L’analisi evidenzia che la gestione operativa e finanziaria dei progetti si è rivelata una delle sfide più significative.

Focus dati Sud

Con riferimento allo Smart Working, solo un terzo delle istituzioni del Mezzogiorno ha adottato questa modalità, con solamente il 25,9% dei lavoratori che ha scelto di usufruirne.

Nonostante ciò, nel Mezzogiorno un numero significativo di dipendenti ha ricevuto strumenti idonei per il lavoro da remoto, evidenziando così l’impegno delle istituzioni nel favorire il personale.

Al Sud, solo il 30,9% delle istituzioni ha adottato strumenti di programmazione per il lavoro agile e il 27,5% ha regolamentato con atto proprio.

Rispetto alla digitalizzazione nel Sud, emergono diversi ostacoli:

  • carenza di formazione adeguata e mancanza di personale qualificato in materia ICT del 66,4%;
  • elevati costi per l’ICT del 66,1%;
  • scarsità di risorse finanziarie del 69,6%;
  • assenza di piani strutturati per investimenti in innovazione del 59,6%;
  • difficoltà nel creare reti tra diverse istituzioni pubbliche per progetti di digitalizzazione del 57,2%;
  • mancanza di un referente della trasformazione digitale all’interno dell’unità istituzionale del 41,2%;
  • mancanza di integrazione tra le applicazioni del 52,2%;
  • resistenza al cambiamento nell’organizzazione degli uffici del 45,8%.

Dai dati emerge che il valore più significativo al Sud riguarda la mancanza di risorse finanziarie.

Nel Mezzogiorno la quota di istituzioni con banche dati interoperabili o potenzialmente tali si aggira intorno al 23%, risultando inferiore alla media nazionale. In Calabria la percentuale è inferiore al 14%. Nonostante ciò, circa il 40% di banche dati del Sud aderisce alla Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND).

Il Mezzogiorno, inoltre, registra la percentuale più bassa di donne in posizioni di vertice nelle istituzioni (10,9%). Questo dato mette in luce la necessità di adottare misure concrete per promuovere l’uguaglianza di genere e creare opportunità di leadership per le donne.

Per approfondimenti: ISTAT_Censimento permanente delle Istituzioni pubbliche

Fonte: ISTAT