In Italia, la spesa in R&S è aumentata del 2,7%. A dirlo, il rapporto Istat “La Ricerca e Sviluppo in Italia”: le imprese trainano la spesa intra-muros con un +5,3% degli investimenti; la maggiore concentrazione si registra al Centro-nord che attiva quasi il 70% della spesa; la ricerca applicata si conferma la principale voce di investimento.
Nel 2017, in Italia, la spesa in R&S intra-muros (svolta con proprio personale e proprie attrezzature) è aumentata del 2,7%. Lo si legge nell’ultimo rapporto Istat “La Ricerca e Sviluppo in Italia”, pubblicato a settembre 2019. Stando alle stime, l’insieme dei settori istituzionali (imprese, istituzioni pubbliche, istituzioni private non profit e università) ha speso quasi 23,8 miliardi di euro per attività di R&S intra-muros, con un’incidenza sul Pil dell’1,38% (+0,01 punti percentuale rispetto all’anno precedente).
- La spesa
A spendere di più per la R&S intra-muros è il settore privato (imprese e istituzioni non profit) con 15,2 miliardi di euro, di cui la quasi totalità (14,8 miliardi) è sostenuta dalle imprese. Seguono le università, con una spesa di 5,6 miliardi di euro, mentre le istituzioni pubbliche si fermano a 2,9 miliardi.
In particolare, le imprese, rispetto al 2016, hanno fatto registrare +5,3%. Tuttavia, tale aumento – specifica l’Istat – non è da attribuire tanto ad un incremento della spesa sostenuta dalle imprese attive da tempo nel settore, quanto all’emergere di nuove organizzazioni che, nel corso del 2017, hanno deciso di dedicarsi ad attività di R&S intra-muros. Nello specifico, l’investimento in R&S di ‘nuovi’ soggetti ha contribuito al 6,8% della spesa complessiva. Subisce un lieve aumento anche la spesa sostenuta dalle istituzioni pubbliche (+0,9%) e dalle università (+0,2%), mentre diminuisce quella delle istituzioni private non profit (-29,3%).
Per il 2018, i dati preliminari confermano l’aumento della spesa complessiva per R&S a valori correnti delle imprese e delle istituzioni pubbliche e private non profit: la spesa cresce del 6,2% per le istituzioni private non profit , del 6,0% per le istituzioni pubbliche e del 2,8% per le imprese. Non sono ancora disponibili i dati sulle università.
La conferma arriva anche per il 2019 in cui, per imprese e istituzioni, è previsto un ulteriore aumento rispetto al 2018. L’incremento maggiore interesserà le istituzioni private non profit con un + 5,7%, seguito da un +2,7% per le istituzioni pubbliche e un + 0,8% per le imprese.
- Le fonti di finanziamento
La principale fonte di finanziamento della spesa in R&S è rappresentata dal settore privato (imprese e istituzioni non profit) che contribuisce per il 55,2% (13,1 miliardi di euro). Ai privati, seguono le istituzioni pubbliche con un contributo pari al 32,3% della spesa (7,7 miliardi). Diminuiscono gli investimenti sostenuti da imprese italiane, tuttavia compensati dall’incremento dei finanziamenti stranieri che partecipano all’11,7% della spesa (2,8 miliardi). In ogni caso l’82% della spesa delle aziende è autofinanziamento, così come l’85% di quella delle istituzioni pubbliche.
- Gli addetti
Nel 2017, il numero di addetti impegnati nelle attività di R&S – pari a 482.702 unità – è cresciuto sensibilmente (+10,9% rispetto al 2016). L’aumento è da attribuire principalmente al settore delle imprese (+20,5%) e, anche in questo caso, sembra essere connesso all’incremento del numero di aziende che hanno svolto attività di R&s intra-muros nel 2017. Il 32% del personale è rappresentato da donne. Nonostante il settore abbia accolto una più ampia fetta di quote rosa (+7,2%), l’incremento delle addette risulta inferiore rispetto a quello degli uomini (+12,7%).
Tra gli addetti, 195.560 sono ricercatori (+5,2%). Qui, la percentuale di donne è pari al 34%. Anche in questo caso, rispetto al 2016, si è registrato un aumento (+2,6%). L’incremento, sale all’8,6% nel settore privato, ma scende all’1,3% nelle università e nel settore pubblico.
Sul totale, 317.628 sono unità a tempo pieno (+9,5%). Il 32% è rappresentato da donne (+6,3%).
- Le voci di investimento
La ricerca applicata si conferma la principale voce di investimento per un ammontare di risorse pari al 40,2% (10 miliardi) sul totale. Altri 8,5 miliardi (il 35%) sono dedicati ad attività di sviluppo sperimentale, mentre la ricerca di base rappresenta una spesa di circa 5,3 miliardi di euro (il 22,2%). Diversa la situazione nelle imprese dove oltre la metà della spesa è composta dalla componente di sviluppo sperimentale (7,7 miliardi, pari al 51,7% della spesa totale).
- Le regioni che spendono di più
Nel 2017, la classifica delle regioni che spendono di più in ricerca e sviluppo resta stabile rispetto all’anno precedente. Il 68,1% della spesa totale (68,0% nel 2016), pari a 16,2 miliardi di euro, è concentrato in cinque regioni (Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto). Con riferimento al settore delle imprese, tale quota supera il 75% (76,1% nel 2016).