L’impatto del Covid-19 sull’economia italiana è profondo ed esteso. La stima preliminare del Pil riferita al primo trimestre ha fornito una prima quantificazione degli effetti della crisi sull’economia del Paese: si attesta a 4,7% la caduta dell’attività economica rispetto al trimestre precedente.
Il perdurare dell’emergenza Covid-19 e le relative misure di contenimento , adottate sia in Italia che nei principali paesi partner, hanno stravolto lo scenario economico nazionale e internazionale esercitando effetti eccezionalmente negativi sia sugli scambi commerciali con l’estero, sull’attività economica, sui consumi familiari, sul quadro occupazionale, sui prezzi nonché sull’indice del social mood dell’economia del Paese.
È questa la fotografia scattata dall’Istat nella nota mensile di aprile sull’andamento dell’economia italiana.
Imprese
“Come atteso – si legge nella nota Istat – le misure di contenimento, a seguito della pandemia, hanno avuto un impatto decisamente negativo sull’attività economica. La caduta congiunturale del Pil, nel primo trimestre è stata pari al 4,7%, più accentuata di quella dell’area euro ma di intensità inferiore rispetto a Francia e Spagna.
Dal lato della domanda, vi sono stati ampi contributi negativi sia della domanda interna (al lordo delle scorte), sia della componente estera
netta. Rispetto ai settori di attività, le prospettive a breve per la manifattura evidenziano un quadro negativo. A febbraio i nuovi ordinativi dell’industria hanno registrato una robusta flessione congiunturale sia sul mercato interno (-4,4%) sia su quello estero (-4,3%). Indicazioni simili provengono dal settore delle costruzioni, con la produzione che ha registrato a febbraio una brusca diminuzione (-3,4% rispetto a gennaio) in parte come correzione del consistente aumento di gennaio.
Scambi commerciali
“A marzo, gli effetti delle misure di contenimento dell’epidemia in Italia e negli altri paesi partner si sono manifestati in maniera diffusa sugli scambi con l’estero. I flussi con i paesi extra Ue hanno segnato un deciso calo: le esportazioni sono diminuite complessivamente del 13,9% e le importazioni del 12,4% in termini congiunturali.
Rispetto a marzo 2019 la riduzione di esportazioni e importazioni verso i mercati extra europei ha riguardato tutti i principali paesi. In particolare, le vendite di prodotti italiani hanno mostrato un netto peggioramento in Turchia, Stati Uniti e Giappone.
In controtendenza rispetto alla marcata riduzione degli acquisti dall’estero dell’Italia, nel mese di marzo si evidenzia l’aumento delle importazioni dei prodotti collegati all’’emergenza sanitaria”.
Famiglie e vendite al dettaglio
“A marzo, le vendite al dettaglio hanno evidenziato un crollo (-21,3% la variazione congiunturale in volume), determinato dalla caduta del commercio di beni non alimentari (-36,5%) mentre gli alimentari hanno manifestato una sostanziale stabilità (-0,4%)”. In questo contesto si è registrato un deciso aumento del commercio elettronico.
Mercato del lavoro
“A marzo, in Italia il numero di occupati si è mantenuto in linea con quello del mese precedente (-0,1% la variazione congiunturale) ma si è manifestata una ricomposizione tra disoccupati e inattivi a favore di questi ultimi. Il tasso di disoccupazione è sceso all’8,4% (-0,9 punti percentuali rispetto al mese precedente) mentre il tasso di inattività è cresciuto in misura corrispondente (+0,8 punti percentuali)”.
Il social mood dell’economia
“Nel mese di aprile i segnali derivati dai tweet giornalieri analizzati hanno mostrato una decisa prosecuzione dell’orientamento negativo delle percezioni sull’andamento dell’economia avviatosi dal 18 febbraio. Solo negli ultimi giorni di aprile si è manifestata una prima attenuazione”.