3 Maggio 2021

Fondi europei per il Mezzogiorno: tutte le risorse per il recupero e la ripartenza

Il divario tra il Nord e il Sud d’Italia non frena la corsa. L’emergenza sanitaria, economia e sociale ha contribuito ad ampliare la portata del fenomeno. A sostegno della ripartenza del Mezzogiorno, un corposo contingente di fondi provenienti dall’Europa da sommare alle risorse nazionali della politica di coesione. Di seguito, un elenco dei fondi destinati al Sud.

Negli ultimi decenni, l’Italia è stata interessata da un progressivo allargamento del divario tra il Nord e il Sud, accompagnato da un forte calo negli investimenti e da una spesa pubblica che tra il 2008 e il 2018 risulta dimezzata per il Mezzogiorno. L’emergenza Covid ha notevolmente aggravato il gap preesistente.

In ragione dell’ampiezza dei divari territoriali da colmare, l’Italia ha ricevuto la quota più significativa di fondi europei previsti nell’ambito di Next generation EU, a cui vanno ad aggiungersi risorse europee e nazionali, già definite o in fase di programmazione, che saranno rivolte in maniera specifica al Sud negli anni a venire.

Si tratta di fondi tra loro complementari, aggiuntivi rispetto alle risorse assegnate annualmente dal bilancio dello Stato agli investimenti nelle regioni meridionali, che non possono essere inferiori al 34% di quanto stanziato a livello nazionale.

Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)

Si tratta del “capitolo” italiano del più ampio Piano europeo Next Generation EU di 672,5 miliardi, rivolto a sostenere le riforme e gli investimenti effettuati dagli Stati membri per attenuare l’impatto economico e sociale della pandemia da Covid-19 e preparare le relative economie alle sfide delle transizioni ecologica e digitale. All’Italia spettano 191,5 miliardi, ai quali si aggiungono ulteriori 30,6 miliardi di risorse statali del cosiddetto Fondo complementare, che finanzierà i progetti selezionati che a vario titolo non potranno rientrare nel PNRR.

Al Sud andrà il 40% dei fondi territorializzabili (cioè riferiti a progetti con ricadute su territori specifici) ossia circa 82 miliardi su un totale di 206.

Come annunciato dal presidente Draghi, un ulteriore stanziamento di 9,4 miliardi sarà aggiunto al Fondo complementare e sarà rivolto esclusivamente al completamento della linea ferroviaria ad alta velocità tra Salerno e Reggio Calabria, già in parte finanziata all’interno del PNRR.

React-EU

È il secondo piano in ordine di consistenza del pacchetto europeo “Next Generation EU”: 50,6 miliardi di euro (a prezzi correnti). All’Italia andranno 13,5 miliardi (la quota più consistente), dei quali 8,4 miliardi sono destinati a interventi nel Mezzogiorno. Queste risorse andranno a sommarsi a quelle già previste per il ciclo della politica di coesione europea 2014-2020 e saranno erogate nel 2021 e 2022 per progetti da realizzare entro il 2023. La programmazione di questi fondi spetta al ministro per il Sud e la Coesione territoriale, che ha predisposto un apposito piano per l’utilizzo delle risorse, inviato alla Commissione europea.

Fondi strutturali e di investimento europei

Sono il principale strumento ordinario della politica di coesione europea. Sono finanziati attraverso il bilancio dell’UE (Quadro Finanziario Pluriennale) e sono organizzati in cicli settennali: il prossimo, i cui piani sono in via di definizione, riguarda il periodo 2021-2027 e assegna all’Italia circa 42 miliardi, ai quali se ne aggiungeranno altri 40 di cofinanziamento nazionale e regionale. Alle regioni meridionali, spettano complessivamente 54,23 miliardi.

Le risorse afferiscono, nello specifico, a 5 fondi: Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), Fondo Sociale Europeo (FSE), Fondo di Coesione (riservato agli Stati membri meno sviluppati), Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR), Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP). La strategia e le priorità nell’uso di questi fondi sono definite da un Accordo di Partenariato stipulato da ogni Stato membro con Bruxelles, nell’ambito degli obiettivi comuni rivolti per il prossimo ciclo a creare un’Europa più intelligente, verde, connessa, sociale e vicina ai cittadini.

A seguito dei lavori preparatori già intercorsi, il ministro per il Sud e la Coesione territoriale sta lavorando alla definizione dell’Accordo per il ciclo 2021-2027, che si tradurrà poi nei Programmi Operativi Nazionali (PON, gestiti dallo Stato centrale) e Programmi Operativi Regionali (POR, gestiti dalle Regioni).

Fondo di Sviluppo e Coesione (FSC)

È il Fondo nazionale che, come quelli europei su citati, finanzia progetti finalizzati alla coesione economica, sociale e territoriale del Paese e alla rimozione degli squilibri economici e sociali interni. La Legge di Bilancio 2021 assegna complessivamente al FSC 50 miliardi di euro tra il 2021 e il 2030, ai quali se ne aggiungeranno ulteriori 23 con la Legge di Bilancio 2022. Di questi, l’80% è riservato per legge al Mezzogiorno, che così risulterà destinatario di 58 miliardi.

In via eccezionale, una quota del Fondo sarà anticipata per finanziare progetti contenuti nel PNRR, ma – con il progressivo arrivo delle risorse da Bruxelles – il FSC sarà immediatamente reintegrato e potrà essere quindi utilizzato integralmente per i suoi obiettivi.

A queste risorse, inoltre, si aggiungono ulteriori 24 miliardi programmati e già stanziati per il ciclo 2014/2020 e non ancora spesi dalle amministrazioni competenti.

Just Transition Fund

Si tratta del programma europeo contenuto in “Next Generation EU” rivolto alla transizione ecologica degli Stati membri, attraverso la diversificazione economica e la riconversione dei territori interessati. All’Italia saranno destinati 937 milioni, che saranno utilizzati per la riconversione dello stabilimento ex Ilva di Taranto e dell’area di Brindisi e per la riqualificazione della regione del Sulcis in Sardegna.

Fonte: Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale