Approvato dal ministero dello Sviluppo Economico, il nuovo Piano triennale delle Camere di commercio italiane a sostegno della trasformazione digitale: 100 milioni di euro da investire per accompagnare le PMI made in Italy nel processo di transizione verso l’economia 4.0. Meno della metà, le imprese digitalmente mature, servono nuovi strumenti.
100 milioni di euro, questa l’importante somma che le Camere di Commercio italiane si impegnano ad investire per sostenere la trasformazione digitale delle piccole e medie realtà imprenditoriali italiane. È quanto previsto dal Nuovo Piano triennale, appena approvato dal Ministero dello Sviluppo Economico. Non un’azione isolata, ma un programma che si affianca alle numerose iniziative già intraprese dalle Camere di Commercio del Paese a sostegno dell’internazionalizzazione delle imprese, del turismo e dell’occupazione e dell’orientamento al lavoro per i giovani.
Misure fondamentali quelle a favore della transizione verso l’economia 4.0, in un paese in cui, il tessuto imprenditoriale risulta ancora poco aperto e pronto alla trasformazione digitale. È quanto emerge da una nota pubblicata dalla Camera di Commercio sulla maturità digitale delle PMI italiane, secondo cui, più della metà delle imprese del Paese è ancora in una fase preliminare di avvio delle attività di digitalizzazione (58%): il 9% risulta ancora Esordiente, perché legato a modelli di gestione tradizionalei sia dei processi che dell’informazione; il 49%, invece, è Apprendista in quanto limitato all’utilizzo di strumenti digitali di “base”. Buona la quota di PMI considerate Specialiste perché caratterizzate da processi mediamente digitalizzati. Solo al 7% delle PMI italiane spetta il titolo di Esperte; ancora inferiore la percentuale di PMI Campione che si attesta al 3%. Si tratta di imprese caratterizzate da un buon livello di digitalizzazione sia nei progressi che nel ricorso a tecnologie 4.0.
Gli investimenti previsti per il nuovo triennio si muoveranno, in particolare, verso il potenziamento di due aspetti fondamentali: sostenibilità e competenze professionali. Da un lato, verranno predisposte nuove attività di affiancamento alle imprese nell’ambito dello sviluppo di sistemi organizzativi nuovi e più efficienti, in grado di ridurre spreco di risorse energetiche, di materiali, di tempo, nel trasporto e nella produzione. La sostenibilità non si limiterà all’organizzazione, ma toccherà anche i prodotti e i servizi, da progettare e creare tenendo conto dell’impatto ambientale generato.
Tra i principali ostacoli all’innovazione del tessuto imprenditoriale italiano, la mancanza delle digital skill. È da questa condizione che trovano fondamento le misure pensate per risanare il gap esistente, investendo direttamente in attività specificatamente dedicate al potenziamento delle competenze professionali e delle capacità digitali dei lavoratori, dei manager e degli impiegati nelle PMI . Si punterà, nello specifico, su: percorsi di riqualificazione (re-skilling); aggiornamento (up-skilling) delle risorse umane; collegamenti tra imprese e Istituti tecnici superiori (Its) e con le Università ( soprattutto STEM e indirizzo scientifico-tecnologico).