Vincere le sfide più difficili del pianeta e concorrere al benessere dell’umanità ridefinendo i confini del business, questa l’ambiziosa missione della Deep Technology, nuova frontiera dell’innovazione. Un fenomeno globale, sostenuto da un ecosistema collaborativo di attori, che fa della responsabilità sociale la sua missione e dello sviluppo economico mondiale il suo obiettivo. All’Europa, il ruolo di decisore chiave
Approvvigionamento idrico, disponibilità di nuovi materiali, soluzioni per ridurre l’impatto delle attività umane e nuovi modi di concepire il business, questi i temi più cari alla Deep Technology, la “tecnologia profonda” pronta a vincere le sfide più ardue del nostro tempo attraverso l’apertura di nuove frontiere di mercato, basate sul concetto di responsabilità sociale. Un’opportunità di crescita e di sviluppo senza precedenti per le aziende di tutto il mondo, che punta a fare da traino allo sviluppo economico europeo attraverso la realizzazione di progetti a beneficio di tutta l’umanità che contribuiscano a creare un mondo nuovo e migliore.
Il termine Deep Technology fu coniato dalla fondatrice della prima piattaforma al mondo dedicata all’angel investing in startup deep tech. Indica l’insieme di tecnologie fortemente innovative – quali AI, biotech, microelettronica, nanotecnologie, fotonica ecc… – basate sulle cosiddette deep science (matematica, fisica, medicina, ingegneria). Non si tratta di mere innovazioni, bensì di vere e proprie scoperte scientifiche mosse non tanto e non solo dal profitto, ma anzitutto dalla responsabilità sociale. L’obiettivo è quello di realizzare un progresso realmente significativo per l’umanità, attraverso un nuovo modo di fare business, intelligente e olistico e che si ponga al servizio delle grandi sfide del pianeta.
Tra le più attive e promettenti attività di Deep Tech, troviamo:
- Advanced materials (nuovi materiali)
- Artificial intelligence (AI),
- Biotechnology
- Blockchain
- Droni e robotica
- Photonics and electronics
- Quantum computing
Intorno al deep tech sta prendendo forma un nuovo ecosistema tecnologico che chiama in causa diversi attori, quali aziende, investitori e startup e una nuova forma di innovazione e di business, dai contorni sempre più frammentati e dispersivi sia a livello geografico che funzionale e industriale. Un fenomeno capace di muovere grosse quantità di capitale, non solo da parte di investitori in cerca di fortuna, ma anche di aziende ICT alla ricerca di un vantaggio competitivo. A confermare il crescente e diffuso interesse verso le Deep Tech è uno studio pubblicato da BCG e condotto in collaborazione con Hello Tomorrow, secondo cui gli investimenti privati destinati alla ricerca sulle deep tech sono aumentati del 20% nell’arco di tre anni (dal 2015 al 2018), per un ammontare di 18 milioni di dollari, metà dei quali indirizzati ad aziende USA.
Tre le caratteristiche distintive di questo tipo di tecnologie: promettono un grande impatto sulla società; hanno bisogno di un lungo periodo di tempo per poter essere piazzate sul mercato; necessitano di capitali significativi per poter crescere e affermarsi.
1) Le deep tech, oltre a generare un enorme valore economico, prevedono di avere un forte impatto su numerosi degli Obiettivi sostenibili inclusi nell’Agenda 2030 stilata dalle Nazioni Unite. A ricevere la maggior attenzione, è l’obiettivo salute e benessere, prescelto dal 51% delle start-up operanti nel settore; seguono i temi industria, innovazione e infrastrutture (50%), e ambiente e sostenibilità (città e comunità sostenibili -28%, consumo e produzione responsabili -25%, azione per il clima -22%, energia pulita ed economica -18%, acqua pulita e servizi igienico-sanitari -10%).
2)Questo tipo di tecnologie, per poter essere piazzate sul mercato e impiegate in contesti reali, ha bisogno di tempi di gestazione più lunghi rispetto a quello richiesto dalla sviluppo di un’innovazione basata su tecnologie digitali già disponibili.
3) Il loro sviluppo richiede, inoltre, il ricorso a grosse somme di capitale. Diversi fattori concorrono a rendere complicato l’investimento tecnologico, primi tra tutti il rischio di mercato e il rischio tecnologico. In primo luogo, numerose delle aziende coinvolte ricercano finanziamenti nella fase iniziale della ricerca, senza nemmeno un prototipo e senza che gli investitori abbiano dei KPI attraverso cui valutare il potenziale di mercato; in secondo luogo, la maggior parte degli investitori non possiede le competenze specifiche per misurare il potenziale tecnologico dei progetti da finanziare.
L’ecosistema di finanziatori che ruota intorno al mondo delle deep tech è costituito da player di natura diversa provenienti da tutto il mondo, ciascuno dei quali operante in uno o più piccoli ecosistemi organizzati intorno ad uno specifico ambito di ricerca, una particolare tecnologia o missione. Si tratta, per lo più di industrie emergenti, non ancora stabilizzate. A fare da traino al mondo della deep technology, le startup, attori chiave nell’accelerazione della ricerca, talvolta capaci di condurre a forme di innovazione radicali, fin troppo azzardate per le aziende tradizionali. Ad affiancare le startup nel loro ruolo di propulsori dell’innovazione sostenibile, una varietà di altri attori impegnati a giocare molteplici ruoli: gli investitori, ad esempio, oltre a fornire finanziamenti, mettono a disposizione esperienza, strategie di mercato e contatti; le università, invece, oltre che essere importanti partner di ricerca, assumono il ruolo di facilitatori aiutando le nuove imprese a coltivare le relazioni necessarie.
In un contesto sempre più competitivo, tocca all’Europa definire le sorti del Deep Tech, chiamata a guidare il dibattito sulle nuove tecnologie attraverso indirizzi specifici rispetto all’utilizzo responsabile ed etico delle tecnologie emergenti. Il mercato Ai è oggi interamente conteso tra Cina e Usa in un vero e proprio testa a testa senza esclusioni di colpi. Oggi, momento cruciale per i futuri assetti del settore, l’Europa ha il dovere di definire il proprio ruolo nell’ambito della competizione globale, per porsi come attore di primo piano nella determinazione delle regole che muoveranno le fila del settore AI, destinato ad avere un impatto significativo sulla vita di milioni di persone.