L’emergenza Covid-19 ha condotto il Paese verso una crisi economica di cui ancora, in piena epidemia, è difficile delineare i contorni. Alla definizione della portata dell’impatto sull’economia reale, concorrono diverse variabili: la sua durata, le misure di contenimento disposte dal Governo, gli interventi di sostegno economico ai soggetti e ai territori più gravemente colpiti. Come procedere? Ad esempio, partendo dalle politiche di coesione.
Una cosa è certa, gli effetti negativi del Covid-19 interesseranno l’intero Paese, nessuna regione esclusa: “colpiranno le aree forti già provate dalla terribile diffusione del virus; e colpiranno le aree deboli, al momento relativamente risparmiate: qui gli effetti si innesteranno su un tessuto socio-economico molto più fragile, provato da un decennio di andamenti economici modesti, misure di austerità, mancanza di politiche di sviluppo”.
A fronte di un simile scenario, risultano necessari interventi di politica economica pianificati con estrema cautela capaci da un lato, di contrastare gli effetti più immediati e devastanti dell’epidemia, dall’altro di rilanciare l’economia sull’intero territorio nazionale, facendo attenzione a non cadere nell’errore che “le aree del paese più colpite siano anche quelle in cui si concentreranno maggiormente gli impatti economici negativi”. Una simile considerazione potrebbe mostrarsi fatale, portando alla predisposizione di misure “sbilanciate e concentrate territorialmente”, disegnate senza tenere conto delle specificità dettate dalla conformazione produttiva e occupazionale di ciascun territorio.
Come riportato nell’articolo “L’impatto economico territoriale del Covid-19 e i possibili interventi con le politiche di coesione” – curato dagli economisti Domenico Cersosimo e Gianfranco Viesti e pubblicato sulla rivista “Economia e politica” – per poter fare qualche considerazione sull’impatto territoriale della crisi, occorre osservare molteplici fattori: la distribuzione settoriale e dimensionale delle imprese e degli occupati nei settori di attività economica “sospesi”; la struttura dell’occupazione per il tipo di rapporto di lavoro e settore di attività, nonché la durata della sospensione delle attività sui diversi settori di attività economica.
Come suggerito, un prezioso aiuto nella definizione degli interventi economici in risposta agli effetti Covid-19, potrebbe arrivare dai Fondi strutturali europei. “Data la complessiva situazione delle finanze pubbliche italiane, e le difficoltà anche di cassa che si potrebbero prospettare, appare certamente opportuno accrescere il più possibile il loro utilizzo durante il 2020”.
La sfida è quella di “provare a realizzare un grande patto che accresca la coesione e la fiducia reciproca in tutta Italia, con un prestito di risorse dalle aree più forti a quelle più deboli del paese”.