Entro il 2020, 30 mila imprese specializzate in servizi professionali alle imprese rischiano di scomparire, 20 mila solo nella consulenza aziendale. Questi i potenziali effetti del lockdown sulle aziende del settore, secondo l’Osservatorio economico Asseprim-Confcommercio
Durante il lockdown, la maggior parte delle imprese del terziario specializzate in ricerche di mercato, attività di pubblicità, comunicazione ed eventi e produzione audiovisiva è stata costretta a chiudere. È andata meglio alle imprese operanti nel settore della consulenza aziendale, della finanza e dell’editoria che, quanto meno, hanno potuto continuare la propria attività in modalità smart-working. Tuttavia, le misure di contenimento adottate nei mesi di marzo e di aprile hanno avuto ripercussioni negative sull’intero settore. Gli effetti potrebbero rivelarsi disastrosi: il rischio è quello di mandare in fumo 4 miliardi di valore aggiunto prodotti dalle imprese dei servizi professionali in un anno, nonché quello di far scomparire circa 30.000 imprese dei servizi professionali, per una perdita di circa 90 mila posti di lavoro.
È quanto previsto dall’Osservatorio economico Asseprim-Confcommercio, sugli effetti del lockdown sui servizi professionali alle imprese.
Asseprim Focus – Covid19: aggiornamento maggio 2020 a seguito dell’emergenza
In Italia, su 3,3 mln di imprese operanti nel settore terziario, il 23% (767 mila unità) è specializzato nei servizi professionali alle imprese. L’ambito più rappresentato è la consulenza aziendale con 567 mila imprese, seguito da attività finanziarie (oltre 100 mila) e imprese di comunicazione e marketing (74 mila).
A livello territoriale, il Nord Ovest e il Centro fanno registrare la maggior concentrazione di imprese operanti nell’ambito dei servizi professionali. Qui, il settore terziario copre un quarto del tessuto imprenditoriale. Nel Nord-Ovest, ad essere specializzato in questo specifico ambito, è il 26% delle imprese (241 mila imprese); nel Nord-Est, il 23% (151 mila imprese); al Centro, il 25% (177 mila imprese); al Sud e nelle Isole, il 21% (198 mila imprese).
Su tutto il territorio nazionale, le imprese dei servizi professionali contano 2,55 mln dipendenti, ossia il 23% del totale degli addetti delle imprese del commercio, del turismo e dei servizi. A livello territoriale, a far contare il maggior numero di occupati sono le regioni del Nord-Ovest, dove i lavoratori impegnati nelle imprese dei servizi professionali rappresentano il 29% degli addetti del settore terziario. Segue il Centro, con il 23% di occupati; il Nord-est, che ne assorbe il 20%; il Sud e le Isole in cui la percentuale si arresta al 15%. Dei 2,55 mln di lavoratori nei servizi professionali alle imprese, il 52,3% opera nell’ambito della consulenza aziendale, il 22,7% in attività finanziarie.
La combinazione tra le imprese che hanno sospeso l’attività e quelle che, pur continuando a lavorare, si sono trovate a fare i conti con la riduzione del volume di affari, potrebbe determinare su pesanti ricadute sul settore dei servizi professionali: per il 2020, infatti, gli economisti Asseprim stimano perdite di circa 4 miliardi di euro in termini di valore aggiunto prodotto dal settore servizi professionali alle imprese. Pesanti anche le previsioni sul tessuto imprenditoriale: entro la fine dell’anno, potrebbero scomparire tra le 28 mila e le 34 mila imprese del settore, di cui 20 mila solo nella consulenza aziendale. Effetti gravi anche sul fronte dell’occupazione: a rischio 87 mila posti, di cui quasi 30 mila nella consulenza aziendale.