15 Maggio 2020

Covid-19, CSC: produzione industriale, caduta senza precedenti; a marzo e aprile calo di oltre il 50%

Gli effetti delle misure restrittive introdotte per contenere la diffusione del Covid-19 hanno prodotto una caduta dell’attività senza precedenti: la produzione industriale a marzo e aprile ha registrato un calo superiore al 50%. Secondo le previsioni, il secondo trimestre mostrerà una dinamica del Pil e della produzione molto più negative. 

A marzo e aprile, come conseguenza delle misure per contenere la diffusione del Covid-19, la produzione industriale ha fatto registrare una una perdita di oltre il 50%. È quanto emerge dall'”Indagine rapida sulla produzione industriale” condotta dal Centro Studi Confindustria. 

Il futuro è del tutto incerto e dipenderà anzitutto dall’andamento dell’emergenza sanitaria, ma le previsioni sono tutt’altro che positive. Secondo le stime, infatti, il secondo trimestre mostrerà una dinamica di PIL e produzione addirittura più negativa rispetto a quella registrata nel primo. La fine del lockdown non corrisponderà ad un’immediata ripresa produttiva ed economica: le famiglie continueranno a  mostrarsi prudenti e a risparmiare; le imprese dovranno smaltire le scorte accumulate negli ultimi mesi e la contrazione generalizzata dell’attività in tutta Europa limiterà in modo consistente la domanda estera. 

Le rilevazioni del Centro Studi di Confindustria mostrano una contrazione della produzione industriale del 26,1% in aprile su marzo, quando è arretrata del 25,4% su febbraio. “Nel primo trimestre 2020 – si legge nell’indagine CSC – si registra una variazione congiunturale di -7,5% (da -1,2% nel quarto 2019). La produzione, al netto del diverso numero di giornate lavorative, arretra in aprile del 45,2% rispetto allo stesso mese del 2019; in marzo è stimata in calo del 26,5% sui dodici mesi. Gli ordini in volume scendono del 44,6% in aprile su marzo (-42,1% annuo), quando sono diminuiti del 23,7% su febbraio (-52,7% annuo)”. 

La caduta dell’attività nei due mesi di rilevazione, di poco superiore al 50% cumulato, non ha precedenti nelle serie storiche disponibili. Due i principali fattori alla base di una dinamica tanto negativa: in primo luogo, le direttive del DPCM del 22 marzo con il blocco delle attività industriali che ha coinvolto quasi il 60% delle imprese manifatturiere, a seguito delle misure restrittive dettate dal DPCM del 22 marzo; in secondo luogo, la contrazione della domanda, sia interna che estera. Infatti, se da un lato, la chiusura di alcuni settori del terziario e le limitazioni agli spostamenti delle persone, hanno inciso in modo negativo sulla dinamica della domanda interna; dall’altro, la diversa tempistica relativa all’introduzione di misure di contenimento nei principali partner commerciali dell’Italia, ha finito per intaccare anche la domanda estera. 

“La variazione acquisita della produzione industriale nel secondo trimestre è di -40,0%; per i prossimi mesi, quando è attesa una modesta ripresa della domanda, c’è da attendersi un forte rimbalzo congiunturale dell’attività (variazione rispetto al mese precedente), pur in presenza di una variazione tendenziale (ovvero rispetto allo stesso mese dell’anno precedente) ancora negativa. Anche tenendo conto di una dinamica positiva in maggio e giugno, la produzione nel secondo trimestre è attesa diminuire a un ritmo più che doppio rispetto a quello registrato nel primo”

“La maggioranza delle imprese, con poche eccezioni, lavorerà a un regime ridotto per diversi mesi. L’indagine PMI sul manifatturiero in aprile conferma uno scenario economico drammatico: l’indice generale è sceso a 31,1 (inferiore a 50 indica contrazione congiunturale), minimo dall’inizio delle indagini (1997). In particolare, l’indice della componente produzione è sceso a 11,4, con l’84% delle imprese che ha segnalato una diminuzione dell’attività, quello degli ordini è sceso a 11,6 con la componente estera a 18,2. Simili dinamiche sono state rilevate anche nel resto d’Europa”.

Alla luce di queste informazioni, nel secondo trimestre c’è da attendersi una caduta del PIL italiano di almeno 8 punti percentuali. 

Indagine Rapida sulla produzione industriale-04Maggio2020_Confindustria