Pubblicata la nuova edizione del Rapporto Territori Asvis, uno strumento analitico che, attraverso l’interpretazione di dati e indicatori statistici, colloca le diverse aree del Paese ad un certo livello di sostenibilità. In Calabria, dati incoraggianti nel settore agricolo, preoccupa il mondo dell’istruzione.
Il Rapporto Territori 2021
È online la seconda edizione del Rapporto Territori, lo strumento con cui l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) si pone l’obiettivo di offrire una panoramica chiara e precisa circa il grado di sostenibilità delle diverse aree nel nostro Paese, avvalendosi naturalmente di indicatori statistici elementari o compositi.
La riedizione del rapporto, pubblicata il 2 dicembre 2021, mostra e analizza il posizionamento di regioni, province autonome, città metropolitane, aree urbane e comuni rispetto ai 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) promossi dall’Onu in vista dell’Agenda 2030.
Il documento si apre con un’analisi di scenario molto approfondita, che mette in risalto le criticità esistenti, ma anche gli elementi positivi sui quali puntare per il rilancio del territorio in questione.
L’ultima parte del rapporto contiene il “decalogo per la sostenibilità dei territori”, una raccolta di consigli, suggerimenti, pareri dell’ASviS, frutto dei risultati emersi dall’analisi.
Puntando la lente d’ingrandimento sulla regione Calabria, quattro sono i goal in cui si assiste ad un miglioramento rispetto al rapporto precedente, sei quelli in cui, invece, i dati ottenuti non sono incoraggianti.
Calabria più sostenibile
Nel settore dell’alimentazione e dell’agricoltura, legato al Goal 2, si registra un notevole incremento delle coltivazioni biologiche, che nel 2019 raggiungono il valore più elevato fra quelli osservati in tutto il Paese (36,4% contro il 15,8% della media nazionale).
Una nota di merito va al settore della produzione e del consumo responsabili (Goal 12); in questo caso, si è assistito ad un netto miglioramento nel settore della raccolta differenziata e della produzione dei rifiuti nell’ultimo decennio.
Spostandoci nella sfera tecnologica, un buon risultato è stato ottenuto nel campo delle infrastrutture e dell’innovazione, facenti capo al Goal 9; si osserva infatti nel decennio 2010-2020, un incremento di 4,9 punti percentuali per quanto riguarda la connessione a banda larga e la quota di lavoratori della conoscenza.
Calabria meno sostenibile
All’interno del Goal 6, riguardante il settore dei servizi igienico-sanitari, si osserva una riduzione di 9,5 punti percentuali per l’efficienza delle reti di distribuzione idrica fra il 2012 e il 2018, senza dimenticare l’aumento del numero di famiglie che lamenta irregolarità nell’erogazione dell’acqua.
Anche i dati provenienti dal Goal 8 (settore Lavoro) non sono granché incoraggianti, dal momento che il tasso di occupazione ottiene nel 2020 il valore più basso del Paese (44,4% contro il 62,6%), mentre tra il 2010 e il 2018 gli investimenti rispetto al PIL hanno subito una riduzione del 35,7%.
Inoltre, l’abusivismo edilizio è aumentato di 20,8 punti percentuali nel corso degli ultimi dieci anni e la regione risulta ben lontana dal conseguimento del Goal 11 (Città e comunità sostenibili). Un ultimo risultato da non sottovalutare è quello riferito all’ambito dell’Educazione (Goal 4); si registra, infatti, un aumento di 0,6 punti percentuali dell’abbandono precoce del sistema di istruzione e si osserva un calo degli individui che leggono libri di ben 8 punti percentuali. Dati, questi, da monitorare attentamente per evitare ulteriori peggioramenti.
Dunque…
La tematica della sostenibilità non deve e non può perdere centralità all’interno del dibattito collettivo, dal momento che costanza e collaborazione risultano strumenti efficaci e imprescindibili per assicurarsi dati migliori rispetto a quelli appena presentati.
L’ASviS vuole fornire una guida, una mappa del percorso da seguire, arricchita da periodici “controlli di qualità”.
Fonte: ASVIS